domenica 4 novembre 2012

E se la Elsa Fornero non avesse proprio torto?


Siamo cresciuti con una frase dei nostri genitori che ci ha accompagnato per tutta l’adolescenza e anche oltre :
Studia ! Perché la laurea ti servirá per il tuo futuro!
Una laurea ti apre le porte del lavoro !
Continuavano a ripeterci , invogliandoci nello studio!
Frasi ricche di speranze nell’immaginario loro e nostro , pensando fiduciosi che tutti quegli anni dedicati a studiare un giorno ci avrebbero regalato un lavoro e un futuro migliore di quello dei  nostri genitori ma invece ha portato tutto il contrario.
Anni passati tra libri ed esami a rincorrere il sogno di diventare avvocato , ingegniere , commercialista per poter un giorno  essere rispettati per aver una laurea e avere cosí un lavoro dignitoso e ben pagato.
Tutti studiavano , tutti continuavano a sentirsi dire :
Studia ! Perché la laurea ti servirá per il tuo futuro!
E tutti studiarono e si laurearono , tutti divennero ingegneri , avvocati, commercialisti , tutti pronti per entrare nel mondo del lavoro per poter fare carriera.
Tutti , quasi tutti , lo stanno ancora aspettando:
Alcuni ci son riusciti, qualcuno ci prova ma tra mille peripezie , altri hanno intrapreso  lavori come cassiere o telefonista  per il quale la sua laurea è inutile e poi ci sono tanti tantissimi che sono ancora in attesa che quel sogno ancora si avveri.

Poi ci sono quelli li!Che allora  non vollero studiare per vari e diversi motivi , preferendo imparare un mestiere , uno di quei mestieri dove la maggior parte delle volte  torni a casa sporco e distrutto  fisicamente.
Uno di quei lavori che facevano i nostri padri e i nostri nonni , quei lavori che ti segnano per tutta la vita e che i nostri genitori speravano non toccasse fare ai propri figli perché faticosi.
Quei lavori che per tanti erano adatti solo a rozzi e agli  ignoranti e a quelle persone considerate poco intelligenti, perché il lavoro manuale è per gente ignorante quelli di concetto è solo per persone che hanno studiato e preso la laurea e tu figlio deve diventare un laureato!!!
Quei lavori , che prima nessuno voleva piú fare , ma che adesso tutti vorrebbero poter e saper fare perché si guadagna bene e sono  ricercati ;
quei lavori che non era necessario   studiare formule o teoremi per impararlo ma lo si imparava facendo l'apprendista ;
quei lavori che prima erano chiamate arti .
Cosi un intera generazione di ingegneri , avvocati e laureandi , si è resa conto che nonostante la diversità di "cultura" , quelli che al tempo decisero per scelta o per  obbligo  di fare il falegname , il meccanico , l’idraulico o l’elettricista ,oggi  hanno trovato quel che loro speravano di poter trovare :
un lavoro dignitoso e ben pagato.
Quelli li! Che al tempo vennero presi per zoticoni e mal visti perché non andavano all’universitá e non sapevano coniugare un congiuntivo e spesso si esprimevano in dialetto , adesso possono guardare dopo anni di sacrifici e apprendistato , non dico dall’alto , ma con una certa ironia , coloro che prima li denigravano.

Quando si presenta il momento di presentargli una fattura , magari per un intervento urgente…. Chi è adesso l’ignorante quello che non sbaglia una doppia e un congiuntivo e ha studiato per anni e anni  o quello che con un italiano precario ti presenta una fattura da 300 euro per un intervento urgente?
Io sto dalla parte di quelli che ti presentano la fattura da 300 euro e che hanno scelto la via giusta senza farsi trascinare dal gregge .

A che sono serviti tutti gli anni per ottenere quella  laurea?

Guardandomi intorno  vedo persone che al massimo hanno un diploma e  lavorano come Skipper per barche che organizzano gite fuori porta , istruttori subacquei , barman o addetti di un hotel che parlano 4 lingue ,  designer che avevano la passione per la moda e per l’informatica, dj , …a che sono serviti alla fine tutti quegli anni per poi non avere nulla?

Forse l’errore piú grande non è stato quello di buttare anni per ottenere un pezzo di carta da appendere alla parete , ma quello di avere avuto  la presunzione che gli anni dedicati al raggiungimento di quel pezzo di carta  avrebbe fatto si , che  le porte del mondo del lavoro si sarebbero aperte , venendo accolti  con il tappeto rosso   ..e invece no!
L’errore piú grande che tanti miei coetanei e anche piú giovani hanno fatto e continuano a fare è stato quello di non guardarsi intorno , di non guardare le occasioni che ci passano attorno e che ci potrebbero diventare utili nel nostro futuro .
Guardandomi intorno  vedo persone che hanno fatto delle proprie passioni il proprio lavoro :
Skipper per barche che organizzano gite fuori porta , istruttori subacquei , barman o addetti di un hotel che parlano 4 lingue e non hanno bisogno di una laurea.

I tanti che hanno studiato con il sogno della porta aperta con tappetto rosso,  molto spesso lo ha fatto con i paraocchi , senza magari imparare una lingua , un mestiere , concentrandosi unicamente sulla laurea. 
Laureati che ha 28 anni si trovano a che fare con un mondo de lavoro competitivo e per loro tutto nuovo ;

per fare un esempio banale lo stesso Steve Jobs ha tralasció gli studi per dedicarsi alle sue passioni , proprio in un discorso nell'Universitá che decise di abbandonare , ammettendo che se non avesse abbandonato gli studi non sarebbe diventato mr.Apple

Guardandoci  attorno troviamo quel che cerchiamo quello che in realtà per noi é solo un hobby puó un giorno diventare un lavoro.

Chiudo il post con una affermazione che mi lasció un amico :
Il Barman . qualsiasi paese dove andrai , anche senza saper parlare la lingua , laureato o no , troverai un posto , mal pagato o ben pagato , raffinato o no che sia , in cui poter  lavorare.
Un avvocato No ! Un Ingegnere No!
Ma un ingegnere che sa fare anche il barman ha piú possibilitá di poter trovare poi lavoro come ingegnere anche all’estero, perché quel lavoro di barman gli dará la possibilitá di mantenersi inizialmente e di potersi integrare nella nuova cittá e di poter ottenere un lavoro come ingegnere.

venerdì 19 ottobre 2012

THE ITALIAN STYLE - Gli italiani in vacanza


Questo è il primo di vari post che dedicheró all’italiano in vacanza , vivendo a Barcelona e viaggiando all’estero ho avuto la possibilitá di notare alcune sfaccettature dell’italiano in vacanza all’estero.
Molti amici che vengono a trovarmi a Barcelona rimangono sempre stupiti dal fatto che vengano immediatamente riconosciuti di essere italiani al solo  guardarli.
In tanti son convinti che veniamo riconosciuti per via del nostro Italian Style del fatto che abbiamo gusto nel vestire… ebbene no , non è per il gusto che abbiamo nel vestire ma proprio del fatto che siamo Italian Style nel senso che l’italiano che va in vacanza all’estero è  identico nel vestire  alla maggior parte degli  italiani  , come se indossassero una divisa.
Noi italiani dettiamo la moda!! Lanciamo la moda!!! Per questo  siamo identificabili?

Siamo identificabili perché agli occhi degli altri sembrerebbe  che in Italia cia sia solo un unico stile e un unico modo di vestirsi che noi crediamo essere M O D A..
Prima di tutto le Hogan , che tra l’altro a me sembrano scarpe correttive , le vedrete ai piedi solamente agli italiani e a nessun altro, che considerano questa scarpa una gran bela scarpa che fa moda , va bé puó anche essere ma come mai la usano solo gli italiani?  Se poi non sono le Hogan saranno le Nike Max proprio quel modello li, nessun altro , perché l’italiano segue e lancia la moda e le Nike Max fanno tendenza , nessun altro modello solo e soltanto NIKE MAX, lascio perdere mocassi e mocassini perché è un'altra categoria.
Comunque se giá ai piedi si hanno un paio di Hogan o di Nike Max all’70 % avete giá la possibilitá di essere identificati.
Altro segno del italiano beccato all’estero è la camicia rigorosamente  Fred Perry ( dipende da quale marca va per la maggiore in quel perido  , un periodo era la camicetta Ralph Lauren ) portata in maniera disinvolta anche con 40 gradi alle Ramblas.
Dimenticavo i jean per forza di cosa i Diesel e sul viso un bel paio di occhiali Carrera o finto Carrera .
Capelli rasati o codino alla Becham.
Adesso prendete un esercito di italiani a Barcelona che vengono in vacanza e tutti hanno ai piedi le scarpe che  ho indicato , i pantaloni che  ho indicato , la camicia che ho indicato e quel modello di occhiale  , capirete che veniamo immediatamente ricosciuti  senza dover neanche emettere il conseuto AHHHHH MARIOOOOOOOO SE FERMAMO A MAGNAAA!!!!!
Purtroppo poi noi italiani siamo convinti che questo sia stile , THE ITALIAN STYLE , THE ITALIAN FASHION , nooo , vi dico NO! Perché ció che tanti stranieri si domandano è MA PERCHÉ TUTTI UGUALI???
Perché voi italiani vestite tutti uguali?
 Perché seguiamo la moda ! Perché l’Italia è il paese dove nasce la moda !!
Peró allora perché anche i francesi non vestono anche loro in “divisa” nonostante  anche la Francia ha la sua bella cultura in fatto di moda?
Ma la cosa piú triste degli italiani in vacanza all’estero  è che adesso i rumeni , nord africani e pakistani li imitano e sembrano veramente le imitazioni o le caricature di noi italiani usciti male .
Avete presente il povero disgraziato che tenta di imitare il look hip hop degli americani con 4 oggetti raccattati qua e la !!
Ebbene lo stesso vale per questi ragazzi che vedono negli italiani in vacanza il modello da imitare …….


venerdì 28 settembre 2012

Viaggio in California - Diario e Consigli #2


Bakersville .
Dopo aver appreso dal telegiornale locale della morte di 4 persone a causa di una sparatoria tra gang  partiamo verso il parco delle Sequoie , naturalmente la nostra “Anna” sbaglia il percorso e ci manda in una zona dispersa tra i monti , ancora adesso non capiamo dove cazzo ci stesse mandando .
Passammo 2 ore tra curve a strapiombo in mezzo alle montagne per passare poi in strade desolate in mezzo ai ranch cercando di evitare di schiacciare  gli scoiattoli che attraversavano improvvisamente la strada e con l’unico pensiero fisso per la testa  che la nostra KIT non ci lasciasse all’improvviso in mezzo a quella strada desolata.
Alla fine dell’avventura finalmente il cartello SEQUOIA NATIONAL PARK …una liberazione .
Il parco è qualcosa di impressionante è incredibile poter vedere quel che era la natura millenni  fa , con quelle sequoie giganti che ci riportano al periodo dei dinosauri .
Terminato il tour al parco delle sequoie , ci dirigiamo a Fresno , per poter visitare il giorno successivo il parco Yosemite.
Fresno è quel che si puó tranquillamente definire senza voler offendere nessuno il tipico paesino di merda dell’entroterra californiano.
Arrivammo al motel e per errore della solita “Anna” anziché entrare con l’auto nell’entrata principale entrammo per quella posteriore , scoprendo cosí che diverse prostitute attendevano davanti alla porta aperta delle stanze l’arrivo di qualche cliente e farlo accomodare dentro l’abitazione.
Andiamo ad un KFC per mangiare qualcosa e mentre eravamo in attesa di ritirare l’ordine avevamo la sensazione che da un momento all’altro sarebbe entrato il tipico ladro incappucciato e con fucile a pompa armato per fare una rapina.
Rientriamo in stanza e per fortuna il motel aveva una linea wifi cosí colleghiamo laptop e telefonini .
Un messaggio WUP di un nostro carissimo amico ci informa che risulta esserci un allerta per la diffusione di un virus mortale dovuto a un infezione causata dai roditori proprio all’interno del parco Yosemite e che ha causato per il momento 4 morti e 7000 infetti tra coloro che hanno visitato il parco da Luglio a fine Agosto e che le autorità locali sanitarie hanno allertato un alto rischio di pericolo.
Controlliamo su internet e tutto risultava essere confermato.
Per poter andare al parco di Yosemite finimmo in quel motel di merda ed ora scopriamo che cé pure un rischio di virus mortale…. KE GIORNATA !!
Vedendola da un punto di vista ON THE ROAD era stata una giornata ricca di emozioni , persi in mezzo alle montagne , girovagando tra le campagne , motel di prostitute , cena in KFC con rischio rapina e per concludere visita al parco Yosemite cancellata.
Non ci perdiamo d’animo e decidiamo di partire a prima ora della mattina seguente direttamente a Monterrey e Santa Cruz e passare tutta la mattina nelle due località marittime.
Cosí che la mattina dopo aver  controllato  che non ci avessero  rubato la nostra fedele KIT o al suo interno ci preparammo per partire
Di quella notte ci rimarrá un gran ricordo da poter raccontare ….evitate quella zona di Fresno!!!
Prima di partire , andiamo al mc donald al lato del motel dove avremmo dovuto fare colazione (il motel pubblicizzava che nel prezzo della stanza era inclusa anche la colazione : un buono pasto da usufruire al MC) …sfido chiunque alle 8 del mattino a mangiarsi per colazione 2 hamburgher dolci con besciamella e pepe verde , crocchetta di pesce tipo sofficini findus , succo d’arancia e caffè !!!
Se sei americano ti spari quel menu e ci abbini pure un doppio cheesburgher se invece sei una personale normale lasci quel menu sul tavolo tenendoti solo il mezzo litro di caffè e il succo d’arancia e vai al primo  drougstore e ti compri un mezzo litro di nesquik e un paio di maffi al cioccolato.
Il viaggio verso Monterrey fu molto rilassante passammo per le zone agricole delle california , tra  campi di noccioline e insalate , pensate a tutte le foglie di insalata che mettono nei cheeseburgher e a quanto burro di arachidi mangiano gli americani e vi farete un idea della vastitá di questi campi.
A poche miglia dal nostro arrivo a Monterrey incominciammo a vedere all’orizzonte quello che sembrava un incendio divampato tra le montagne che davano al mare.
All’avvicinarci sempre di piú alla cittadina ci rendemmo conto che quel che  sembrava essere fumo era invece foschia …ma una foschia cosí densa e fittá che sembrava essere frutto di un effetto cinematografico.
Monterrey è il classio paesino di pescatori americano , noto in passato per essere uno dei punti dove era fortemente  praticata la caccia alle balene che erano solite  passare per quei tratti di costa.
Oggi la caccia alle balene si sá è vietata  ma è possibile grazie a dei tour in barca poter andare a vedere le balene al largo di quelle coste , ma a causa di quella forte foschia i tour erano sospesi.
Finalmente dopo giorni di calore desertico riscoprimmo il fascino del freddo e della bellezza di indossare un paio di pantaloni e una felpa.
Vista l’impossibilitá del tour alle balene andammo a Santa Cruz nota per essere altra località di surfisti sede della marca O’Neill  , che sta giusto di fronte a Monterrey nella parte opposta del piccolo golfo.
Incredibile ma giunti a  Santa Cruz , vestiti come eschimesi , ritrovammo il caldo desertico , il sole cocente e il cielo limpido .
Rimanemmo a girovagare un po per la spiaggia e a vedere le foche adagiate sulle chiatte di lato ai pontili per rientrare a Monterrey con la speranza che viste le condizioni meteo migliori fossero ripresi i tour.
Incredibile ma giunti a Monterrey , vestiti come surfisti , trovammo la stessa foschia e lo stesso freddo di prima .
Spettacolo della natura !!! Stesso golfo 20 miglia di distanza , da un lato freddo e foschia e dall’altro lato caldo e sole.
Facemmo cosí un giro per la cittadina , scoprendone la bellezza della sua semplicitá.
Il campetto da softball con la partitina amatoriale tra gli scapoli e gli ammogliati , la caffetteria con le torte in vetrina, la mostra di auto d’epoca con le bancarelle di hotdog e mele glassate , insomma il tipico paesino  americano con i tipici negozietti da tipico paesino americano , con le tipiche facce da cittadini di paesino americano che andavano al bar a giocare a biliardo o a bowling , dove tutto apparentemente sembrava bello e perfetto.
    
Il giorno dopo ci prepariamo a lasciare Monterrey e dirigerci verso la nostra tappa finale del viaggio :San Francisco.
Durante il viaggio potemmo visitare la famosa Silicon Valley e vedere cosí le sedi della IBM , E-Bay , Pay –Pal , Oracle, Cisco , Mcafee, ed altre .
All’orizzonte iniziamo a vedere i grattacieli della cittá fino a che senza rendercene conto ci troviamo immersi nel traffico .
Essendo entrati nella periferia di San Francisco il primo impatto non è dei migliori , vagabondi , sbandati e spacciatori ogni due metri.
“Anna” senza sbagliare ci porta perfettamente  verso il centro Alamo dove dover consegnare l’auto e in quella mezz’ora in mezzo al traffico riscopriamo un poco di stile europeo nelle strombazzate di clacson e nelle sfanculate tra autisti.
Arrivati al centro Alamo ci salutiamo con i nostri fedeli compagni di viaggio Anna e Kit.
Anna voto 5 non ne azzeccava una e spesso non é  molto chiara , KIT voto 10 per non averci mai abbandonato soprattutto nei momenti “peggiori”.
Arriviamo all’Hotel…. Hotel ….chiamiamoli il tetto dove staremo nei prossimi giorni.
La stanza ha una vista spettacolare ma dando le spalle alla finestra e guardando la stanza l’unico cosa che manca è il disegno della figura umana che si trova nei luoghi dove si è verificato un omicidio.
Visto lo “stupendo” confort della stanza ci gettiamo immediatamente alla scoperta della cittá a due passi dall’hotel abbiamo uno dei punti forti della cittá Union Square ….niente di che …ha piú valore per il significato che avuto in passato …che per il suo valore artistico , perché vista cosí è una piazza che non dice nulla…ma ha un valore profondamente storico per la cittá.
Dalla piazza ci dirigiamo a Chinatown , molto piú curata e particolare rispetto a quella di NY , con le sue case in stile pagoda , che sembra di essere giunti proprio in una via di un quartiere d’epoca  di una qualsiasi cittá dell’800
Ma basta addentrarsi un poco per trovare lo stesso identico caos che si trova nei mercati cinesi e che abbiamo anche gisto appunto a NY e a Londra dei giorni nostri.
Caos di via vai di soli cinesi e qualche turista , tra macellerie con zampe di tartaruga e tartarughe mozzate in vetrina , polli e tacchini caramellati appesi nelle vetrine delle rosticcerie , casse di frutta e verdura mai viste , tutto naturalmente scritto in cinese , dal nome del negozio , al prezzo , al nome della frutta …in un solo giorno siamo riusciti arrivando a San Francisco a passare a visitare Pechino.
San Francisco ci appare giá dalle prime ore diversa dal resto delle altre cittá degli Stati Uniti delle persone , nell’architettura , nei modi di fare delle persone , sembra un poco Berlino per la linfa vitale e un poco Lisbona per i sali e scendi delle sue strade i tram e i ponti ( vedi post su Lisbona) .
San Francisco è meno grande di quel che sembra , naturalmente parlando del centro e non considerando le zone periferiche che preferiamo evitare.
Se a NY avevamo notato una forte presenta di portoricani , a Miami di Cubani , a Los Angeles di messicani , a San Francisco indubbiamente la presenza maggiore  va di diritto agli asiatici senza ombra di dubbio , ma non solo cinesi ma anche coreani , giapponesi , vietnamiti , la presenza asiatica nulla cittá è facilmente riscontrabile.
Dopo aver fatto un giro per Chinatown  ci dirigiamo verso il centro e constatiamo che la cittá è tutta qua e se non fosse per le terribili salite si visiterebbe sensa problemi.
Prima di rientrare ne “il tetto dove dormire” finiamo a mangiare in una di quelle tipiche tavole calde tipo Katz a NY …che tanto adoriamo ….non perché conoscessimo il posto ma bensí per la grossa presenza della popolazione locale che cenava .
Ci sediamo direttamente al bancone e dopo aver ordinato capiamo dalle dimensioni dei panini e dei gelati del perché ci fosse tutta quella gente…. Dimensioni XXL per ogni panino accompagnato poi da mezzo kilo di patate fritte .
Proprio nel locale constatammo il fatto che giá notammo in altre cittá degli USA che l’americano non va a cena per godersi la serata ..ma va a cena per riempirsi lo stomaco e basta .
Io e mia moglie avevamo notato gli sguardi un poco scocciati dei camerieri quando tardavamo un poco a lasciare il nostro tavolo , infatti non appena terminavamo di mangiare arrivava immediatamente il conto , come se ti volessero invitare gentilmente a levarti dalle palle.
Quindi noi dopo il solito calcolo della mancia obbligatoria gentilmente uscivamo via.
Altra caratteristica di tanti locali diurni / pomeridiani è che il concetto di andarsi a bere una birra o un caffè e basta non è sempre apprezzata .
O vai in uno Starbucks o cosa simile a prenderti un caffè altrimenti nel bar vieni visto come un pezzente o un approfittatore .
Se invece decidi di prenderti solo una  birra i camerieri ti guardano un poco male se non ordini almeno un insalata  o qualsiasi cosa ad alto tasso di colesterolo , come a  dire …se volevi solo una birra perché non te la bevi a casa tua davanti al divano!!! …Americani !!
Il giorno dopo ci dirigiamo verso la visita ad Alcatraz decidendo di percorrere tutto il lungo porto allungando di un bel pó  ma in questo modo evitiamo le terribili salite , purtroppo scopriamo all’arrivo al molo dove parte il traghetto per la visita al THE ROCK che tutti i biglietti sono terminati fino ai prossimi 3 giorni …MERDA!
Scoraggiati e delusi proseguiamo allora verso la zona di Fisherman quello che era il vecchio molo dei pescatori .
La zona è molto carina hanno ripreso le vecchie baracche dei pescatori e ne hanno fatto un zona 100% turistica , con negozietti , ristoranti , bar , giostrine da dove si puó ammirare in lontananza la famoso isoletta di Alcatraz .
Proprio mentre passeggiavamo nella zona di Fisherman ci appuntiamo a una visita in barca per vedere il Golden Gate ( il famoso ponte rosso di San Francisco) e Alcatraz ( senza peró poter entrare).
Arrivando via mare verso l’isola prigione è impossibile non notare che tutto il complesso è ormai un rudere , completamento abbandonato e dimesso.
Mentre dalla terra ferma commentavamo che la distanza dall’isola alla terra ferma non era poi cosí tanta e che alla fine fine era possibile farla a nuoto , durante la navigazione ci rendemmo conto che le correnti , il freddo e aggiungeteci pure il fatto che uno che sta in prigione non è allenato…ebbene …conclusione …è invece impossibile potersela fare a nuoto nel tentativo di un evasione a meno che non si abbia una barca …peró okkio in barca bisogna anche remare forte altrimenti a seconda delle correnti la si finisce in Cina …non a Cinatown ma direttamente alla sede principale.
Terminato poi di vedere anche l’impressionante ponte del Golden Gate e concluso il tour andiamo a mangiare in uno dei tanti chioschi che propongono in forma rustica , fritture di calamari , gamberi , granchi , tutti freschissimi e ottimi e a poco prezzo.
Uno dei piatti principali che tutti apprezzavano , tranne a noi , era un pane svuotato al suo interno con dentro una zuppa di granchio …tutti ne andavano matti …ma non aveva un bell’aspetto sembrava di mangiare un piatto di besciamella.
Cosí che optammo per un piatto di fritti , calamari merluzzo , etc … VOLENDO fare gli alternativi quelli piú furbi di tutti ..decidemmo di uscire dalla calca per poter mangiare piú tranquillamente e comodi fuori dalla zona dei chioschi verso il molo…Non appena usciamo uno stormo di gabbiani ci viene sopra per rubarci il pranzo !! Riusciamo ad evitarli rientrando nella zona coperta …tra le risate generali delle persone …cosí che abbiamo capito del perché la gente preferiva mangiare accalcata all interno dei chioschi e all’esterno nessuno mangiava ma solo passeggiavano!!!
Terminata la mangiata e la bevuta , decidiamo di andare a visitare la mitica Lombard Street a piedi cosí per digerire il pranzo.
Il tragitto che porta verso Lombard street sembra piú il camino che porta alla fontana di Lourdes non per il paesaggio ma bensí per il numero di disgraziati come noi ( e sono tanti) che decidono di farsela a piedi …TANTO CHE VUOI CHE SIA LA FACCIAMO PIANO PIANO!! Per arrivare a Lombard Street dal porto è un continuo incontrare nel marciapiede anziani li li per morire , grassoni a punto di infartarsi , uomini che trainano a fatica il passeggino con sopra il bambino , alcuni con doppio passeggino perché aveva dei gemelli , donne in lacrime perché in tacchi , insomma un girone dantesco!
Peró quando arrivi in cima ti rendi conto della bellezza del panorama e guardi dall’alto quelli che ancora si apprestano ad arrivare .
 Terminato anche questa visita torniamo verso il centro e  per fortuna è soltanto discesa.
La domenica di San Francisco è come una qualsiasi domenica di qualsiasi altra cittá …tutto chiuso e deserto , aperto ben poco cosí per bere e mangiare troviamo ben poca scelta …..per fortuna troviamo una pizzeria ( pizzeria …céra scritto pizzeria ma di pizza era solo lontana parente).
Ultimo giorno non poteva mancare il nostro solito giro nelle zona malfamata , dopo aver visitato Alamo Square , tra una chiacchera e l’altra , ci rendiamo conto che l’ambiente circostante è leggermente cambiato , niente di pericoloso , peró non erano certo i membri delal famiglia Mulino Bianco quelli che incrociavamo …passo rapido e alla fine dopo neanche troppo tempo torniamo “al nostro mondo turistico”.
L’ultimo giorno lo dedichiamo allo shopping ma rimaniamo a mani vuote …San Francisco ha poco da offrire e quello che offre è abbastanza caro.
Passiamo  la giornata girovagando tra la zona di Castro per poi rientrare in albergo …scusate “nel tetto dove siamo “ per preparare  le valigie per il rientro.
Partenza alle 07.00 e il bus che ci avrebbe portato all’aeroporto sarebbe passato alle 04.30 del mattino e cosí durante l’attesa inizio a chiacchierare con il ragazzo della reception …un hippy dei giorni nostri , che sparava la musica di Jimmy Hendrix in tutta la Hall e di tanto in tanto andava a farsi  due tiri di mariuana fuori dalla hall.
Durante la nostra chiacchierata mi spiegó che oramai per i cittadini di San Francisco , vivere in cittá è diventato impossibile per quanto sia cara , cosa che avevamo notato anche noi non appena vedemmo i prezzi degli hotel e la loro qualità e che per una stanza come la nostra (20 mq)  un ragazzo paga 600 dollari a settimana  per starci tutto l’anno e il prezzo è anche ottimo perché poi non paga ne luce , ne gas e internet mentre solitamente a quel prezzo in tanti  devono aggiungerci quei costi che non sono per nulla economici.
All’arrivo del bus salutando il nostro “amico” hippy vedemmo una San Francisco deserta che ci fece una pessima impressione , essendo un giorno della settimana molti locali notturni alle 04.30 erano giá chiusi o neanche avevano aperto, il panorama ci sembrava un film di zombie ..nelle strade deserte sola la presenza di barboni e senza casa rompeva il silenzio.
Avevamo notato durante la permanenza che in cittá vi erano tanti vagabondi e disperati , ma quella notte ci rendemmo conto di quanti fossero , non potendosi “mischiare” con persone normali , essendoci solo loro …ai nostri occhi si presentava il lato buoio e triste di una cittá che sino ad allora ci apparve sempre solare e piena di vita , gioiosa , allegra , tranquilla e allo stesso tempo vivace ;
quella notata con gli zombie ci ha mostrato un altra San Francisco , cupa , degradata , che ti abbandona al tuo destino e ti fa capire che una cittá per quanti negozi Armani, Gucci e Prada possa avere per apparire lussuosa , con le tenebre e tutti i negozi e locali chiusi svela poi  la sua anima triste e povera , la realtà nascosta durante il giorno , neanche nascosta ma che non si vede o non ci si fa caso ma che prima o poi viene allo scoperto e non è un bel vedere.
Volo San Francisco – Barcelona si rientra a casa  con  Scalo a Miami …che come temevo non aveva nessuna zona fumatori .. o meglio  c’era ! un bel giardinetto chiuso per poter fumare …chiuso con cartello IN RIPARAZIONE !! Ma riparazione cosa se è aperto … cosa cé da riparare in un giardinetto aperto !!!
Le contraddizioni dell’America.. lotta continua contro i fumatori ma  pasti e bevande ad alto contenuto di colesterolo , auto ad alto tasso di inquinamento  e aria condizionata al massimo a volontà!!

Per poter racchiudere il concetto di vita negli Stati Uniti basta riflettere sul fatto che ti fanno gli hamburger da un kilo e ti propongono di bere  la birra light perché ha meno calorie! Questa è l’America prendere o lasciare!!
Per capire l’America e gli americani bisogna prima capire queste loro contraddizioni .








martedì 25 settembre 2012

Viaggio in California - Diario e Consigli #1


Ci dirigiamo all’imbarco  sul nostro volo American Airlines , gruppo 3 destino
 Miami , con la speranza di trovare un sedile non difettoso che si possa inclinare.
Inizia il rumbo dei motori il nostro vicino di fila è giá addormentato prima ancora che l’aereo sia partito , si è sparato non se che tipo di  sonniferi peró sta di fatto che lo rivedró svegliarsi solo alla fine delle quasi 10 ore di volo.
Io come sempre invece sveglio come un grillo per tutta la durata del viaggio a farmi compagnia un libro di Camilleri, un ebook con 200 libri, il mio laptop e il lettore mp3…mia moglie  dopo aver passato il pranzo è giá bella che addormentata.
Durante il volo gli immancabili film offerti dalla compagnia e i titoli sono tutto un programma : Capitan American e un altro film sempre della Marvelcon protagonisti ancora Capitan America , Iron Man , Hulk , di cui non ricordo il titolo , aperitivo  del famoso orgoglio americano che ci attende al nostro arrivo in USA .

Finalmente arriviamo a Miami .
E arriviamo al solito lungo interminabile controllo della dogana , quasi due ore tra file e controlli , che a mio modesto parere un buon 50 % di questi controlli risultano essere inutili e dico di piú ridicoli;
 ridicoli vi dico anche il perché : passato il primo normale controllo , dobbiamo passarne un secondo , sfiga vuole che becchiamo la fila dove cé il ragazzino neo assunto che vuol far bene il proprio lavoro , mentre nelle altre file funzionari attempati fanno scorrere velocemente i passeggeri, questo ragazzetto  blocca tutti coloro presenti nella sua fila per sottoporli ad alcune domande , arrivato il nostro turno inizia a farci domande , su cosa avessimo in valigia , ..avrei voluto tanto dirgli “niente di che ..giusto un pó di tritolo , qualche busta con antracite , qualche bomba … sa le solite cose” , ma con questi qui è meglio non scherzare.
Spieghiamo al ragazzetto che siamo in viaggio di nozze e che per tanto abbiamo cose normali : mutande , calze , etc …
Il tipo con fare serio , ci chiede : Please look me the ring! ( Per favore fatemi vedere l’anello) … e noi come cretini glielo abbiamo anche fatto vedere e ci ha fatto passare.
Ma se non lo avessimo avuto ? visto che ci siamo sposati in comune ci avrebbe bloccati per un controllo per questa “anomalia”?………….Americani
All’aeroporto , facciamo conoscenza con una caratteristica e usanza molto tipica degli USA : l’aria condizionata a palla!!Tanto da obbligarci a metterci un maglione ;
ma all’uscita dall’aereoporto siamo invece costretti  a togliercelo immediatamente per il caldo e l’umiditá elevata.
Noi siamo nati e cresciuti a Cagliari e viviamo a Barcelona , quindi di convivere con caldo e  umidità ne sappiamo qualcosa , ma  Miami è qualcosa di veramente insopportabile America ..per fortuna c’è l’aria condizionata del taxi che ci porta in albergo a darci sollievo….naturalmente a una temperatura a –20gradi

Tempo di lasciare le valigie e rinfrescarci un poco e andiamo subito alla scoperta di Miami Beach.
Se non fosse per le bandiere a stelle e striscie che sventolano in ogni angolo della cittá verrebbe da pensare di essere arrivati nella Cuba degli anni precedenti alla rivoluzione castrista per la vegetazione , i colori degli edifici ,i visi delle persone ,la  musica che fuori esce dai locali e dai ristoranti , non mi sorprenderebbe trovare un immagine del CHE come monumento.
Gli edifici a differenza di Miami City son quasi tutti bassi e dai colori pastello , passeggiando  ti vengono in mente alcune scene di film come Donny Brasco , Scarface , Miami Vice e come mi sucesse a New York (descritto in un post) non posso che non dire …cazzo è proprio cosí come si vedeva nei film.
L’inglese qui è la seconda lingua è sempre quella ufficiale ma quella piú parlata è indubbiamente  lo spagnolo  visto che qui  la maggior parte della popolazione è di origine ispanica.
Il giorno successivo dopo un altro piccolo giro per Miami Beach ci prepariamo per andare alla nostra seconda destinazione Los Angeles , il cielo è ancora scuro e piove ed io sto giá pensando a quello che mi potrebbe aspettare durante il volo , ma dopo un paio di ore , come capita da queste parti , il cielo si apre e si colora di un celeste Miami con qualche spennellata di bianco.

All’aereporto , ci rimettiamo i maglioni e ci dirigiamo all’imbarco per Los Angeles , solito volo American Airlines , solito gruppo 3 , stessi film di merda , e  altre quasi 6 ore di volo.

Arrivati a Los Angeles ci dirigiamo subito con le nostre valige nella zona del noleggio auto dove un bus shuttle ci accompagnerá agli uffici dell’Alamo dove abbiamo prenotato l’auto.
All’agenzia Alamo incontriamo i primi personaggi noti : Nicola Ventola ( ex calciatore dell’Inter) e sua moglie Kartika ( la famosa madre natura di Ciao Darwin) anche loro per noleggiare un auto.
Tempo 30 minuti e 600 dollari (per 10 gg + navigatore) pagati con carta di credito ( unica volta che è stata usata visto che per tutti i successivi pagamenti abbiamo tranquillamente usato ovunque la carta di debito senza problemi)  ed eccoci con una Chevrolet Impala nera con cambio automatico ( negli Stati Uniti tutte le auto hanno il cambio automatico) , non un auto ma bensí un sommergibile.
Fuori dimensioni  rispetto alle normali auto di standard europeo ma per lo standard americano  risultava essere una normale utilitaria.
Impostiamo il navigatore e in 5 minuti siamo in mezzo al traffico di Los Angeles.
Considerate una cosa da quando sono a Barcelona avró guidato 2 , massimo 3 volte e forse neanche in mezzo al traffico , in Sardegna la strada piú grande sará la SS 131 che ogni tanto  ha tratti a 3 corsie il resto è a 2…pensate me povero pirrese , con un auto lunga come un sommergibile  , a Los Angeles , in mezzo al traffico , in un auto strada a 6 corsie che a tratti diventano 8 , con auto che sembrano dinosauri che ti passano a destra e sinistra e nonostante la tua bella sberla di auto ti senti una formichina in mezzo ad una mandria di bufali in fuga…..tradotto PANICO!
Dimenticavo di presentarvi i nostri nuovi compagni di  viaggio Kit (la nostra Chevrolet) e Anna ( il navigatore.. come l’assistente del sito Ikea).
Ma per fortuna l’americano alla guida non è come l’italiano o lo spagnolo è molto piú paziente e non ha la mano costantemente attaccata aal clacson bensi ha la mano costantemente occupata a bere qualche milk shake.
Scopriamo giá dal primo arrivo che a Los Angeles dovremmo convivere con il traffico e e capiamo subito  perché  le auto siano grandi come case ed hanno ogni tipo di confort, perché alla fine con il traffico che cé ..in auto ci passi metá delle tue giornate.
Arriviamo al motel , finalmente !! Prova guida Aeroporto – Motel superata ! Devo dire peró che pensavo fosse molto piú complicato invece è stato tutto abbastanza scorrevole.

Durante il percorso dall’aeroporto al motel di Sunset Boulevard ci rendiamo conto che Los Angeles è vastissima ed è impossibile poterla girare a piedi , la rete metropolitana inoltre causa presenza di terremoti costanti nella zona è poco sviluppata , ma anche quella dei bus non è granché , durante la nostra permanenza era quasi raro incontrare bus di linea,..Tutti qui si muovono in auto e anche i turisti se vogliono visitare la cittá devono per tanto muoversi in auto per poter visitare la cittá.
La notte facciamo un breve giretto per Sunset Boulevard …siamo ad Hollywood!!!!!!
Il giorno dopo vista la vicinanza con il nostro motel ci dirigiamo a piedi a vedere la Walk of Fame , il teatro Kodak ( dove si celebra la presentazione degli Oscar)  il teatro cinese dove si possono vedere le famose lastre con i calchi delle mani e dei piedi e autografo di personaggi quali Morgan Freeman , John Wayne e tantissimi altri .
Veniamo a conoscenza  che quello di lasciare le proprie impronte delle mani e dovuta al fatto che una vecchia attrice dei primi del 900 , mentre stava camminando inciampó  e cadde   su un punto dove era stato da poco posto del cemento fresco , nel cadere rimasero le impronte  delle mani sulla lastra di cemento e da questa caduta  prese vitá l’usanza di far lasciare ai grandi attori l’orma delle proprie mani.
Una grande delusione fu Il teatro Kodak ,  prendete il teatro Ariston di SanRemo quando non cé il festival affascina quanto il cinema Ariston  di qualsiasi cittadina d’Italia , ma durante il periodo del Festival con tutto l’ambiente e gli addobbi sembra trasformarsi nell’Operá di Parigi.
Lo stesso per il teatro Kodak , visto cosí , non dice proprio nulla  ma sicuramente durante  il periodo della consegna degli Oscar tutto l’intorno deve essere incredibilmente spettacolare , al lato del  Teatro Kodak cé un centro commerciale da dove é possibile vedere la famosa collina con la  scritta Hollywood.
Ed eccola li la  scritta Hollywood !!!,la famosa scritta che per tanti anni avevamo solo visto in centinaia di film e telefilm  davanti a noi , cosí come è ,  uguale a come  l’aspettavamo !!!
Il potere del cinema e della televisione che hanno trasformato 9 lettere a carattere cubitali , messe li da una compagnia edile  per pubblicizzare la vendita di complessi edilizi in uno dei simboli turistici piú forti e importanti nel mondo .
9 Lettere che competono con opere come il colosseo , le piramidi , l’empire , la torre eiffel , da essere  cosí tanto potenti e conosciute che capisci la realtà e quel che è Los Angeles , una cittá che soprattutto a  causa dei continui terremoti passati ,presenti e futuri , ha ben poco da mostrare , ma ha una cosa che nessun altra cittá possiede : il cinema , le case cinematografiche e discografiche ;
ed il cinema è fatto di attori e registi  che hanno creato il mito di Los Angeles Hollywood , Beverly Hill con la sua Rodeo Drive ( che altro non è che un centro commerciale di grandi firme dove tutti vanno con la speranza di incontrare qualche vip a fare shopping)  la scritta Hollywood , la Walk of Fame , tutti “monumenti” che hanno valore piú per l’aurea che l’avvolge che per il  loro valore in se.
Los Angeles è Los Angeles perché  fin da piccoli siamo cresciuti con il suo mito , affascinati dal da quel nome  Hollywood ,  che sembra un luogo irraggiungibile  , un odierno Olimpo dove solo possono risiedere gli dei del cinema.
Poi quel mito a poco a poco si sgretola con la realitá di una cittá in cui devi mettere in conto che piú della metá del tempo la passerai in auto per via del traffico (pensate che anche le pubblicitá televisive dei fast food come Burgher King e Mc Donald mentre da noi mostrano famiglie sorridenti che si recano nel fastfood qui invece li  mostrano sorridenti e allegri che  mangiano direttamente  dentro l’auto) e con la contaminazione che non ti permette di godere delle belle giornate di sole , anzi ti obbliga a preoccuparti per la tua pelle.

Terminiamo il giro visitando  la famosa Beverly Hills , il suo quartiere residenziale .Per vostra info la famosa casa dei Walsh non si trova a Beverly Hills ma bensí in un altro paesini nei dintorni di Los Angeles.questo è l’indirizzo .1675 E.Altalena dr, Altalena se avete tempo da perdere e volete visitarla ..tenendo sempre conto  del solito traffico.
La mattina successiva lasciamo il nostro motel che ricorda un poco del telefilm Melrose Place e ci dirigiamo verso Venice Beach , Santa Monica e Malibú .

Le prime due località sono a circa 1 ora di auto ( traffico permettendo come sempre) , passando per Beverly Hills.
Venice Beach è proprio la cartolina di quel che ci si aspetta di incontrare in una spiaggia Californiana , hippies , culturisti che si esercitano nelle palestre sulla spiaggia, gang che ballano hip hop, skaters , atleti che giocano 3 contro tre a basket , sufisti , skaters ,  persone che fanno footing, fighette alla Paris Hilton che portano a passeggio il cane , insomma California…tutto ció in una sola strada che da davanti ad un immenso spiaggione con reti da beach volley e le casette dei Baywatch ( no abbiamo visto nessuna Pamela Anderson o simile) .
Venice Beach non é solo una cittadina è uno stile di vita dove convivono nello stesso luogo fumatori di mariuana (in California è legale per uso terapeutico farmaceutico) , sportivi , salutisti, tutti convivono in simbiosi e sintonia è uno spettacolo .
La cittádina  che diede i natali a Jim Morrison e al icona californiana Hulk Hogan ci ha fatto assaporare cosa era quel mito della California , fatto di sole , libertá , sport e colori Lasciamo questo splendido luogo per dirigerci a pochi Kilometri , anzi a poche miglia di distanza verso Santa Monica .
La cittadina apparentemente sembra essere  molto piú tranquilla di Venice Beach , piú adatta a famiglie e a persone che cercano maggior tranquillità per staccare dal caos di Los Angeles , per chi ha voglia di godersi la spiaggia e non la confusione di Venice , ma vale comunque la pena visitarla per assaporare il profumo dell’Oceano Pacifico e la sua splendida atmosfera.
Convinti che Malibú si trovasse a pochi silometri da Santa Monica ci dirigiamo nella mitica cittá dei surfisti invece il luogo è abbastanza distante , ma la strada che costeggia il mare merita tutti quei kilometri , di tanto in tanto durante il tragitto non sappiamo se per scherzo o fossero reale  , ci imbattemmo in alcuni cartelli stradali che allertavano su possibile  pericolo di tsunami.
La strada che porta a Malibú è incredibile alla vostra destra avete il Pacifico che bagna le immense spiagge e sulla destra le montagne , con un via vai di furgoncini carichi   di surf , surfisti che si dirigono o che abbandonano la spiaggia con sottobraccio la loro tavola , siamo nel regno dei surfisti per eccellenza e nonostante il mare fosse “calmo” ( non voglio immaginare cosa possa essere quando è agitato) ne vediamo a centinaia  in acqua ad aspettare la famosa onda.
Lasciamo Malibú al tramonta che rende ancor piú spettacolare il panorama attorno a noi e ci dirigiamo verso il motel per passare la serata  al mitico Rainbow il famoso locale noto per essere frequentato dai piú famosi rocker come Axel Roses , Bon Jovi , Lenny Kravitz.( è il locale che si puó intravedere nel video Novemebr Rain dei Guns).
Ingresso 10 dollari con due consumazioni neanche tanto caro.
Il Rainbow non è un granché è un normale  bar ristorante , frequentato in prevalenza da Metallari , ma da una certa illusione vedere le foto dei  frequentatori su una parete , dagli Aereosmith ai Motley Crue ai Guns ‘n Roses e speriamo che possa comparire almeno uno di loro proprio in quell’istante.
Ci aspettavamo un locale super fashion, invece a parte il bar con i divani in tipico stile americano il resto è fatto di normali tavoli e sedie di plastica , ma con un ambiente fantastico.
Giusto di fianco al Rainbow si trova il mitico Whisky Go GO , luogo dove suonarono tra l’altro di Doors i Clash e tantissimi altri noti gruppi , il giorno peró niente di eccezionale , suonava un gruppetto a noi sconosciuto ma credo abbastanza famoso alle teenageres vista la lunga fila fatta di sole ragazzine  con quaderno per l’autografo.
Se visitate Los Angeles non potete non visitare gli Universal Studio il costo del biglietto è caro circa 70 dollari ma ne vale la pena ,  alla biglietteria cercheranno di piazzarvi un ingresso VIP da 103 dollari , ma vi consiglio di prendere quello da 70 dollari.

Ci prepariamo per lasciare  Los Angeles ma  prima  facciamo rifornimento di acqua e viveri e  pieno di benzina per affrontare il viaggio verso Las Vegas attraversando la Death Valley.
Solito traffico per poter uscire dalla cittá degli angeli ed eccoci entrare nella statale 15 , che non lasceremo per le prossime 5 ore.
Quasi 400 miglia , sembrano pochi , ma non sono KM sono miglia quindi quasi il doppio.
La statale 15 è una semplice due corsie , con tutto attorno il nulla del deserto , ogni tanto ci troviamo a sorpassare qualche camion , che piú che camion sembrano essere treni .
Sembra non esserci traccia di nulla , soprattutto  controllo da parte della polizia.
Giusto in tempo di fare questa affermazione ed ecco spuntare dal nulla , nascosta nel fossato che divide le due carreggiate , un auto della polizia che richiede ad un automobilista di affiancarsi e fermarsi.
Prima pausa per fumare una sigaretta ( negli stati uniti è vietato fumare durante la guida…puoi mangiare , bere , cucinare , ma fumare no!) e sgranchirci un’pó  le gambe che ecco che scopriamo cosa è il deserto della Death Valley:
45 gradi , se non di piú , un caldo secco che ti arde , accompagnato da un vento caldo , che sembra l’aria calda sparata da un phon .
Senti la pelle e labbra come ardere  e tutto il corpo seccarsi come una pianta .
Ti guardi attorno e pensi cazzo non mi vorrei trovare neanche un istante a dover percorrere questo deserto a piedi neanche fossero 100 metri.

La seconda pausa la facciamo in un area di sosta dove è possibile vedere l’immenso spazio desertico attorno a noi , qui la temperatura è ancora piú alta e il vento effetto phon piú continuo e caldo, le zone d’ombra sembrano realmente delle vere e proprio oasi di piacere.
Terminata la sosta andiamo dritti verso Las Vegas , prima peró ci fermiamo in un outlet giusto alle porte della cittá …. Anche se andate con buoni propositi , se decidete di andare a  Las Vegas riusciranno a spillarvi in qualche modo  dei soldi .
Arriviamo e tutto sembra essere un immenso parco giochi , Il Cesar Palace con il suo finto Colosseo , Il Venice Hotel con i suoi canali , torre Eiffel , tutto è incredibile.
Al calare del sole Las vegas diventa incredibile  potrá sembrare pacchiana , tarocco , ma è uno spettacolo esserci e vedere tutto questo spettacolo di luci e pailletes  .
La cittá del peccato dove tutto è possibile , pagando !! è un Luna Park per adulti … ragazze semi nude che pubblicizzano il proprio streap club , discoteche ad ogni angolo , gioco d’azzardo  24 su 24 , possibilitá di fumare all’interno dei casinó , ció non bastasse ogni hotel realizza degli spettacoli gratuiti per poter attirare i turisti ai propri casinó
In questa cittá il valore dei soldi è nullo , persone che giocano e perdono soldi come se niente fosse ;
Las Vegas è una cittá che non cé , è li in mezzo al deserto , ma è come il parco giochi di Pinocchio e Lucignolo , la notte ti diverti all’impazzata , hai la sensazione che non vuoi piú andartene da questa cittá , la mattina con la luce ti rendi conto del pericoloso che è stare in questa cittá .
Come ho detto Sin City è la cittá che non cé , non vedrete mai , una persona di fretta andare a lavoro o un genitore accompagnare i propri figli a scuola , vedrete solamente via vai di turisti che gironzolano tra i vari casinó e i negozi di grandi firme.. spendere i loro soldi .
Se siete mai stati a Lloret de Mar o Ibiza , Las Vegas é una versione di queste cittá peró in stile americano ovvero moltiplicato per  100 , costruita dalla Mafia nel mezzo del deserto per poter riciclare in forma “legale” i soldi fatti in maniera “illegale”  deve per forza di cose essere tamarra e non avere proibizioni altrimenti per quale motivo una persona dovrebbe attraversare il deserto per visitare una cittá come tante ? Invece l’antiproibizionismo di Las Vegas è proprio la sua principale  attrazione turistica principale ;
costruita in mezzo al nulla per soddisfare le perversioni della popolazione americana  e ingrassare in maniera “legale” il portafoglio della mafia e non crediate che si tratti di una sola cittá per soli addio al celibato o feste per uomini , Las Vegas vuole prendere tutto , famiglie , single , ragazze , anziani con proposte per qualsiasi etá e per qualsiasi personalitá ..perché da Las Vegas non te ne puoi andare senza aver speso soldi …..e tutti devono poter venire a Las Vegas a spendere i propri soldi .
I soldi non li puoi solo spendere al casinó o in uno streep club come tutti possono pensare , ma anche  in altri modi : acquisti in un outlet , in un ristorante , in un musical un concerto o un incontro di boxe.
 da Las Vegas non andrai via senza spendere.

Il penultimo giorno a Las Vegas  decidiamo di visitare la Valley of Fire e a Lake Med…la Valle el Fuoco , dopo aver capito del perché chiamavano Death Valley (La Valle della Morte) il deserto attorno a Las Vegas , ho paura di quel che potrei incontrare..nella Valle del Fuoco .
Il luogo è ha circa un ora da Las Vegas e vi dico la veritá durante il percorso in auto cosí come durante l’attraversata della Death Valley …una voce costante dentro la mia mente continuava a connettarsi telepaticamente con la nostra KIT :
NON COMBINARE SCHERZI … NON FARMI SCHERZI !! PROPRIO QUI
Perché probabilmente avremmo passato il resto dei nostri giorni di viaggio in quel punto abbandonato dal mondo . 

La Valley of Fire è una zona desertica il proseguimento del Gran Canyon , dove lo rocce hanno un particolarissimo color rosso , viste e riviste in tantissimi film .
Il caldo accompagna il paesaggio cosí come i serpenti , nel caso visitate la zona state attenti alle zone d’ombra e ovunque mettete i piedi …non fa piacere vedere i denti di un serpente a sonagli ..comunque le guide vi informeranno dei pericoli e dei tipi di animali presenti nel parco : serpenti , scorpioni , puma ----liberi.
Sembra di essere sulla luna ..difatti non mi sorprenderebbe se le immagini dello sbarco sulla luna , secondo la teoria complotista  , fossero state girate qua anziché sulla luna .

Su una zona di queste rocce rosse , che sembrano dipinte da quanto inverosimili , si possono vedere anche dei geroglifici di 3000 anni fá .
I geroglifici non li avevo mai visti dal vivo , li avevo sempre e soltanto visti nelle foto dei libri di scuola e adesso erano li davanti a me ..eseguiti dai nostri antenati 3000 anni fa , quelli che potevano  sembrare dei banali  scarabocchi erano il segno del passaggio dei primi uomini sulla terra.
Tra rocce rosse e caldo , percorriamo la strada interna al parco che ci porterá al lago Med , durante il percorso decidiamo di fermarci in un punto per poter vedere il panorama ….quello che all’inizio ci sembrava il solito cicalio di grilli e cicale ..in realtà era il macabro suono  di numerosi serpenti a sonagli …quindi non decidemmo di ripartire verso  Il Lago Med  un lago in mezzo al deserto .

Terminata la nostra vacanza a Las Vegas ci dirigiamo per Bakersville per poter visitare il giorno dopo il parco delle Sequoie .
Bakersville è una cittá di camino , l’albergo dove alloggiamo era molto carino e una zona periferica delal cittá .
Il giorno successivo , scopriamo dal telegiornale locale che giusto nella zona dove mi recai per acquistare qualcosa da bere e da mangiare c’era stata una sparatoria tra gang con 4 morti … CAZZO!!












SEGUE POI PARTE SECONDA DEL VIAGGIO
Parco Sequoie – Fresno – Monterrey – Santa Cruz – San Francisco

martedì 28 agosto 2012

Cagliari - Casteddu : l'eterna incompiuta


Ci torno , di tanto in tanto e la sensazione é sempre la stessa , sin dal momento in cui esco dall’aereo appena atterrato all’aereoporto di Elmas  ed il vento di maestrale mi sbatte in  faccia e mi fa respirare quell’aria inconfondibile che solo in  Sardegna si trova.
Cagliari é sempre la stessa.
Si evolve lentamente , conserva quel  fascino di una cittá eternamente incompiuta ed  allo stesso tempo presuntuosa con il suo arrancare nel tentativo di riuscire a raggiungere o tenere il passo con le grandi cittá europee  , con scarsi  risultati rimanendo costantemente indietro.
Torno a Cagliari ,
E andando di qua e di la per la cittá , come un turista,  mi rendo conto che quella che era la mia cittá , é bella , dolce , accogliente e la sua gente ti circonda  con affetto e calore .
Girandola da cagliaritano mi rendo conto che quella che era la mia cittá é bella , dolce ma continua ad essere un diamante grezzo .
Cagliari é come la Eliza Doolittle di My Fair Lady una venditrice di strada che poi  diverrá una grande dama  grazie ad una scommessa di un signorotto convinto di poter riuscire a cambiarle il volto.
La mia Cagliari cercano  di migliorarla ma facendogli indossare unicamente un bell’abito per farla apparire come una grande dama , ma i  i modi e le maniere rimangono sempre quelli di una venditrice di strada.
Chi come me conosce Cagliari , sa benissimo che la frase “Cagliari é una cittá tranquilla dove non esiste delinquenza” sa  che non é vero  ma allo stesso tempo sá benissimo che se hai un lavoro sicuro da Cagliari non ti muoverai mai perché a Cagliari stai bene vivi bene,
I cagliaritani dicono che qui hai tutto quel che vuoi , vantando la propia cittá agli eccessi , per poi denigrarla , sminuirla e criticarla non appena mettono il naso fuori di casa.

Cagliari Cittá Turistica é il nuovo slogan della cittá , una cittá turística che pensa di vivere di turismo  con una o al massimo  due crociere che sbarcano alla settimana , dove i turisti alle 14.30 o alle 22.00 davanti a un ristorante del centro , nelle zone turistiche si devono sentir dire dai camerieri : mi dispiace ma la cucina é chiusa.
Vaffanculo a voi !

Cagliari Cittá Turistica , quella dove non possono convinvere concerti in spiaggia la notte e balneazione la mattina , per colpa dell’inciviltá dei propri abitanti dicono e  non perché il Comune non mette a disposizione un servicio extra di pulizia per i grandi evento.
Vaffanculo a voi!

Cagliari Cittá Turistica
Con i musei chiusi ad agosto ma i negozi aperti per le notti colorate senza che ci sia nessun animazione (letteraria, musicale, teatrale) che invogli ad attirare i passanti.

Cagliari Cittá Turistica
Per I cagliaritani e nessun altro .

La mia Cagliari é come uno di quei film che hai visto 50 volte , conosci la trama , i dialoghi alla perfezione , compreso il finale , ma non puoi far a meno di non riguardarlo non appena ti capita l’occasione ,  scoprendone ogni volta  dettagli  e particolarità nuove a cui  mai hai fatto caso.

Amo Cagliari quanto la Odio.
La amo piú quando mi sento turista che quando vengo da cagliaritano.
Mi emozionai quando insieme a degli amici continentali , questi rimasero estasiati nel vedere  per la prima volta  gruppi folk ballare il nostro ballo sardo sulle scalinate della chiesa di sant’Anna;
Odio Cagliari quando ancora mi guardano storto se non porto addosso  un capo Fred Perry in un locale di Cagliari.
Amo Cagliari perché è l’unica cittá al mondo che riesce a farti emozionare con la sola sua  semplicitá fatta di un  panino dai caddozzoni , i concerti dei chioschi al Poetto , is Coccurus , le chiacchere tra amici seduti davanti a un tavolino con un paio di birre o una bicicletta.
Odio Cagliari quando vuole cerca di vestirsi e di scimmiottare  Milano , Ibiza , Miami in ció che non dovrebbe imitarne la cafonaggine .

Vado via da Cagliari e so che la prossima volta che ritorneró , troveró la stessa cittá che ho lasciato l’ultima volta .
Cambiano le epoche , passano i giorno ma la mia Cagliari “per fortuna”  mai cambierá . 

lunedì 2 luglio 2012

BERLIN : LA CITTÁ DEGLI ANGELI E DEI DEMONI


“Col tempo quelli che mi ascoltavano sono diventati miei lettori e non siedono più in circolo, ma ognuno per sé, e nessuno sa nulla dell'altro”
Non potevo non aprire questo post  se non con una frase celebre  tratta dal film il Cielo Sopra Berlino .
Mi trovo camminando sotto  un immenso cielo nuvoloso ma non minaccioso  in  una cittá che ovunque guardi  mi  mostra le su  ferite .
Ferite che sono il segno identificativo di questa cittá.
Tutto é nato ed passato per Berlino il gran calderone di tutti i mali , il quartier generale degli orrori.
Dalla prima guerra mondiale sino alla guerra fredda arrivando alle ultime guerre economiche hanno sempre avuto come gran protagonista Berlino.
Berlino capitale del regno di Prussia , capitale del terzo Reich di Hitler ,Berlino del Muro e della cortina di ferro , dei ragazzi dello Zoo , storie di terrore e tristezza su cui riflettere , poi vedi la Berlino di oggi , che  quelle ferite ha voluto lasciare nella  cittá ,  cicatrici lasciate  non per vanto , ma per far si che  quelle cicatrici non venissero dimenticate  e  scoprendo min uto dopo minuto , secondo dopo secondo , ti rendi conto che Berlino non é stata protagonista e artefice di quelle carneficine ma bensí vittima .
Vittima di chi l’ha posseduta  che voleva far della cittá la capitale del mondo ,  renderla ancor piú grande , potente e inmensa e che invece l’ha distrutta .
Adesso Berlino conserva i resti del suo passato mettendoli alla luce , mostrando le sofferenze che nel passato hanno dovuto subiré i suoi cittadini , ricordando le belve naziste e comuniste che l’hanno governata ma non solo .
Berlino oggi é come poteva essere Londra sino agli anni 90 , una cittá multiculturale , artística , piena di energía , vita , il razionalismo típico tedesco amalgamato a una cittá che attrae e ospita artisti di ogni genere.
Una cittá viva che cambia giorno per giorno , che lascia vivere e che da l’impressione che qua non ci sia mai stata una guerra e tanto meno un muro che la separasse , ma ce sempre un angolo della cittá che ti fa ricordare ció che la cittá fu , e ti rendi conto ancor piú di quanto sia bella e grandiosa il luogo in cui ti trovi.
Pensate alla cittá dove vívete , rasa al suolo dalla guerra e mentre la si ricostruisce viene eretto un muro che la divide in due da una parte voi e la vostra famiglia e dall’altra parte del muro vostri parenti e amici , separati , senza che possiate  quasi mai sentirvi o vedervi per quasi  30 anni , poi un giorno quel muro cade e la cittá si riunisce per tornare a fiorire .
Una cittá che é abituata  a soffrire e a risorgere , una popolazione che non si lascia abbattere dal rigido freddo perché sá che prima o poi arriverá la primavera  , una popolazione multietnica , fatta di emigranti che hanno deciso di stabilirsi , trovando in questa cittá al nord dell’Europa la propria casa .
Dicono che gli angeli quando parlano , parlino in tedesco  e che passino spesso per Berlino , stando qui e conoscendo il passato di questa  cittá e guardando  il presente a volte ti viene da pensare che ció sia vero , che qui veramente ci siano gli angeli che volino sopra il cielo di Berlino..   










lunedì 14 maggio 2012

Vecchi Capitalisti e Nuovi Ciarlatani


Dopo aver guardato l’ultima puntata di Servizio Pubblico sullo stato económico dell’Italia e non solo dell’Italia ,mi colpí in particular modo  i commenti di normali cittadini intervistati , che mi portarono a  pensare al concetto distorto che si ha adesso del Capitalismo o meglio della figura del Capitalista di allora con quella di adesso.
In passato per quello che lessi e mi informai , non essendo io nato o troppo giovane per potermene rendere conto , la figura del Capitalista era come una sorta di padre per i propri impiegati , tal volta di padre padrone , ma sempre una figura guida per i propri “figli”.
Il Capitalista era colui che possedeva capitali  , molti capitali  e  li investiva a proprio rischio e spese nell’ industria , nella produzione.
Allora il Capitalista , era Capitalista quando poteva vantarsi di poter avere 100/200/ 500 lavoratori o  piú alle proprie dipendenze , dando da vivere a  100/200/500 o piú famiglie , permettendo un istruzione ai loro figli , che in un futuro prossimo sarebbero sarebbero potuti  essere utili grazie ai loro studi alla causa dell’azienda del Capitalista.
Il Capitalista si arricchiva  di questo , dell’essere consapevole  che la sorte di centinaia di famiglie era nelle sue mani , o meglio nella sua testa , nel suo operato , nelle sue decisioni.
I soldi  contavano certo! , ma quei  personaggi  giá vivevano nell’agiatezza e rischiavano il proprio capitale anche per il bene della comunitá.
I veri Capitalisti erano quelli che entravano per prima in fabbrica e gli ultimi ad uscire , presenti costantemente all’interno delle proprie aziende , conoscevano i processi di lavorazione di quel che producevano , sapevano dove e come poter  migliorare i processi produttivi , sapevano quali migliorire apportare , conoscevano il proprio lavoro ,parlavano con i propri operai , perché umilmente consci del fatto che solo la conoscenza di un operaio ,  essendo  in prima línea , poteva aiutarli a correggere  difetti e pregi del mecanismo di produzione.
Quei vecchi Capitalisti che facevano di cognome   Agnelli , Ford , Ferrari , Olivetti , investivano anche nei propri operai offrendoli la possibilitá di vivere nelle case costruite in  cittadine create appositamente  per gli operai e le proprie famiglie  e i figli di questi frequentare le colonie aziendali in montagna o al mare.
Tutto ció sembra irreale e utópico, ma era vero , il concetto di fabbrica , operai , direttori , presidente era piú simile al concetto di famiglia .
Con le proprie liti , le proprie rivendicazioni , i propri malumori le proprie discussioni , proprio come una famiglia .
I Capitalisti i loro soldi li investivano nella produzione , nel sacrificio , nella produzione di un bene , di un qualcosa tangibile, fino all’avvento della  Borsa che cambió tutto.
Con la nascita della Borsa , naque quell’idea e quel mito di poter far soldi in maniera piú semplice e rápida , senza dover per forza di cosa dover matenere 500 famiglie.
Nacquero cosí altre figure che si facevano chiamare Capitalisti , ma che in realtá altro  erano che soli Speculatori , perché di concetto Capitasta non avevano nulla , personaggi che tentavano e spesso riuscirono ad arricchirsi , fare la bella vita,fuggire nel modo piú rápido possibile  dalla povertá senza nessuno sforzo e molto spesso senza conoscere ció in cui ci si metteva.
Per quegli Speculatori , la richezza stava nelle belle auto , nei bei vestiti , nello sperpero del denaro , nel vivere scialaquando soldi in maniera inutile , il non sempre proprio denaro  a scapito di tante famiglie che vivevano al limite della povertá .
Nacquero le crisi , le bolle e i fallimenti , perché Capitalista lo si é quando si investe il proprio denaro , conoscendo i propri limiti , affrontando rischi che possano pergiudicare oltre alla propia di famiglia ma  anche quelle di altre 10/200/500 o piú ,.Famiglie  di operai che il capitalista conosceva e cosí come conosceva  i nomi e i volti dei figli dei suoi stessi dipendenti e non sotto forma di numero di matricola o per il códice fiscale o di rango.
 Quelli rischiavano  il proprio di  denaro , quello messo su da una vitá , e non quello degli altri o dattoli  da un governo (soldi dei contribuenti)
Quei Capitalisti , avevano rispetto per il denaro , il denaro andava anche risparmiato per i peridodi di vacche magre o per continuare a crescere investendo nella proprio fabbrica ,  non per investirli in azioni di borsa o appartamenti o gioielli o auto di lusso .
Il denaro deve essere usato per poter stare bene , che te ne fai di tante Somme di denaro , nascoste sotto il materasso , o sotto il divano , cosí come Poggiolini quando perquisirono la sua casa.
Quale é la soddisfazione di possedere tanto denaro ? Per poi tenerlo dentro un materasso ! Ci si sente piú ricchi ? Ci fa sentiré i piú potenti del mondo avere 20 mercedes d’oro  come gli sceicchi? Si é il piú grandi  di tutti se si  compra per 95 miliardi  un calciatore per la propia  squadra di calcio?
O sono piú ricco , rispettato e forte se grazie a me 100, 200, 500 o piú famiglie vivono grazie ai miei sforzi e al mio coraggio?
Quale é il vero capitalista?
Quello che va in mercedes con il contratto del calciatore appena acquistato per 95 milioni di euro ( indebitandosi con le banche)
O quello che va in mercedes con il contratto per la costruzione di una nuova fabbrica per ulteriori 95 operai che daranno da sfamare a 95 famiglie e che permetteranno di dar un educazione ai propri figli?
Adesso di veri grandi Capitalisti , che hanno saputo investiré e gestiscono il proprio Capitale , se ne contano sulle dita delle mani , emarginati e offuscati da presunti , non mi va neanche di definirli capitalisti , ma  ciarlatani , venditori di fumo , che hanno capovolto la pirámide dove  prima il Capitaslita   era la base della pirámide , la punta che  sosteneva da sola tutto il peso della pirámide , in cui una sola persona riusciva a sostenere tutto il peso di una comunitá , adesso invece quella pirámide si é rovesciata e questi ciarlatani amziché stare adesso nella base a sostenere da soli tutta la struttura , adesso sta al vértice , sostenuti da tutta la comunitá che fa da base , laborando e sacrificandosi perché lui possa stare in vetta , senza fare nessuno sforzo , ma guardando tutti dall’alto grazie allo sforzo degli altri.

lunedì 30 aprile 2012

Lisboa : la San Francisco europea


Tornai  a Lisbona dopo 15 anni con la speranza di ritrovare quella cittá che allora tanto mi affascinó per la sua storia , la vivace vita che circolava per le strade  , il fascino di una capitale che dava all’Oceano di una nazione che giustamente , proprio perché dal punto di vista geografico si trova  all'estremo occidente dell'Europa divenne il   punto di partenza  verso il nuovo mondo .
Allora Libona era  un immenso cantiere aperto essendo cittá ospitante  dell’Expo e capitale del paese che si apprestava a organizzare gli Europei di Calcio , insomma una cittá giá bella di per se ma che si preparava a indossare il vestito e il trucco di gala  per due importanti avvenimenti a cui non voleva sfigurare .
15 anni son tanti  ma mai avrei creduto che potesse cambiare cosí radicalmente  .
Di quella meravigliosa capitale trovai invece una sorta di cittá fantasma , il degrado e l'abbandono dopo 15 anni ne  facevano da padrona in una Lisbona che facevo fatica a riconoscere.
Al ricordo di quelle meravigliose strade del centro con i loro palazzi d’epoca, mi trovai la dura realtá dell'incuria , in tutti gli edifici del centro c’erano solo negozi , o meglio uffici bancari ,( forse la cittá con la piú alta densita di  filiali bancarie che abbia mai visto ) e la restante parte disabitato.
Caminando in quei giorni per la cittá lusa mi domandavo :  Ma che é successo ? 15 anni fa!?Tutti quei lavori in quella cittá viva che avrebebro dovuto migliorarla e che invece la rendeva a una cittá  post guerra o post terremoto .
Da quel che mi raccontarono alcuni cittadini di Lisbona  gli abitanti del centro si trasferirono tutti nei nuovi quartieri costruiti con i soldi dell'Expo e degli Europei  abbandonando completamente il centro storico … ma questo é possibile?Immaginatevi il centro di Londra , Milano , Parigi , deserti perché tutti gli abitanti hanno deciso di trasferirsi in massa verso altri quartieri , cosí é sia stato per Lisbona.
L'unica cosa che faceva da filo tra la Lisbona di 15 anni fa e quella del 2012 erano i suoi caratteristici marciapiedi fatti con  i san pietrini  ( consiglio per le donne se andate a Lisbona evitate scarpe con i tacchi perché incompatibili con questi tipi di marciapiede), scoscesi e sgretolati come allora .
Ma quei marciapiedi sono una caratteristica della cittá che la fanno unica in Europa  , anche se scomodi e pericolosi son del parere che sia  giusto preservare  quello stile , pur sempre discutibile per la comoditá , ma unico e carettistico della cittá.
Per farvi un idea , piú che una capitale europea la Lisbona di oggi sembra piú a una cittá del Sud America , non só perché ma dava l’impressione  di essere in una cittá argentina o brasiliana , per i suoi abitanti , per il contesto , per la vita notturna ( vivace e animata come nessun altra capitale europea , molto piú simile a una cittá sud americana) , anche se difficilmente in una cittá sud americana si vedrebbero cosí tanti SUV e mercedes...alla faccia della crisi e del riscatto!
Fatte queste premesse , va detto che la cittá va sempre scoperta e come ogni cittá ci sono pregi e difett da scoprire.
Il difetto piú grosso é sicuramente l'usanza di servirti al ristorante , senza che tu lo chieda , un piatto con del pane , del burro e del prosciutto, che tu quando arrivi dici ...che carini e gentili che sono a Lisbona , ti offrono subito questo solo per esserti seduto ....10 euro (minimo) quando ti arriva il conto .Quindi se andate a Lisbona e vi sedete in un ristorante qualsiasi , proprio qualsiasi perché cercano di piazzarvelo sempre , quando vi portano il famoso piattino dite pure NO OBRIGADO e il cameriere tranquillamente ve lo ritira e non pagarete ..."l'offerta".
Ma Lisbona é Lisbona sopratutto la notte , magari se vi trovate a Bairro Alto o al Alfama dove potete vedere dall'alto tutta la cittá , le sue colline,  che tanto odierete durante le vostre passeggiate giornaliere , sopratutto quando siete in salita e vi sono 30 gradi , ma la notte Lisbona si fa perdonare per tutte le fatiche che vi ha costretto a subire.
Il grande fiume spezzato dal ponte Vasco da Gama vi fará sentire come se foste a San Francisco  e quando sentite il cigolio del tram e lo vedete arrivare quasi ci credetedi essere nella cittá californiana.
Lisbona é la San Francisco d'Europa , entrambe emarginate a occidente , entrambe svilupate su delle colline , entrambe distrutte piú volte dal terremoto , ma nonostante ció non ha distrutto le loro anime , anzi quei fatti tragici hanno fortificato lo spirito della cittá e dei suoi abitanti;
Due cittá che si discostano dal resto , San Francisco dagli Stati Uniti e Lisbona dall'Europa  , e a loro volta si guardano tra loro quasi specchiandosi l'una con l'altra .
Vi lascio una piccola gallery di foto per ció che é stata la mia Lisbona.